Pari dignità per i percorsi dei centri di formazione professionale accanto a quelli scolastici, una modalità di apprendere attenta al fare, alla manualità, all’intelligenza nelle mani; preparazione rivolta al lavoro, con facilità di trovarlo al termine dei corsi, per le tante ore di laboratorio ed il tirocinio presso le aziende.
Infatti è stata varata in Consiglio Regionale il 7 luglio all’unanimità la modifica della Legge 30 che apre una nuova stagione anche in Umbria per chi è convinto che ‘imparare lavorando si può’.
È stata data attuazione al documento comune elaborato prima delle elezioni dagli Enti storici Umbri di Formazione Professionale iniziale (rivolta cioè ai ragazzi in età di obbligo scolastico) del quale fa parte la nostra scuola, in quanto eravamo tutti concordi nelle nostre richieste per il bene dei ragazzi e delle famiglie, per la crescita economica dell’Umbria.
L’approvazione di questa legge rappresenta una svolta storica per il nostro territorio, finalmente abbiamo ottenuto per i giovani, come nel resto d’Italia, la possibilità subito dopo la terza media di accedere ai percorsi triennali ordinari accanto a quelli per il duale in alternanza scuola/impresa, per la qualifica professionale con gli stessi tempi del calendario scolastico.
Ora ci aspettiamo un’azione di orientamento, d’intesa con l’ufficio scolastico regionale per promuovere questi percorsi di pari dignità rispetto a quelli scolastici, in un dialogo con gli istituti professionali che ne salvaguardi l’autonomia.
infine ci auspichiamo il varo anche nella nostra regione degli IFTS, percorsi formativi integrati in due soli semestri, realizzati in collaborazione tra Scuola, Università, Impresa, Agenzie Formative per la formazione di Tecnici Specializzati in settori strategici), prosecuzione dell’attenzione ai soggetti a rischio e per questo criteri più stringenti per gli enti che fanno formazione di base per il delicato impegno educativo con minori.
La discontinuità rispetto al passato che ha relegato l’Umbria tra le Regioni più inerti e disattente, ignorando le potenzialità di sviluppo di questi percorsi professionali, deve ora esprimersi attraverso un’azione attenta al rilancio, ed interventi concreti e tempestivi.